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BERGANTINO (RO) LA FABBRICA DEI SOGNI

 

 

La giostra

 

Dai giochi rituali agrari alle macchine di vertigine ipertecnologiche

 

 

 

 

 

Palazzo Strozzi

Piazza Matteotti, 85 – Bergantino (RO)

tel. 0425805446

www.museodellagiostra.it

www.smppolesine.it

www.allafiera.net

 

 

 

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Il toponimo Polesine evoca acqua, alluvioni, scariolanti, emigrazione, bonifica.

A Bergantino, sulla riva sinistra del Po, nel cuore di questa terra di confine tra le province di Mantova, Ferrara e Verona, è nata un’attività che da artigianale è diventata industriale e leader mondiale, di cui ci parla con travolgente entusiasmo il professor Tommaso Zaghini, direttore del Museo storico della giostra e dello spettacolo popolare, centro culturale di ricerca sul patrimonio storico e antropologico dello spettacolo di piazza e di documentazione iconografica sulle sue origini ed evoluzione.

C’era una volta a Bergantino … Siamo nel 1929, la grande crisi fa emigrare braccianti agricoli e artigiani. I meccanici di biciclette Umberto Bacchiega e Umberto Favalli, girando per le fiere, scoprono che l’autopista è un’attrazione irresistibile per grandi e piccini. Si mettono alacremente al lavoro nelle loro officine, si indebitano per 60.000 lire e il 24 aprile 1929 montano sulla piazza del paese l’autopista per la quale tutti fanno la fila pagando 4 lire di biglietto. Iniziano gli spettacoli viaggianti, fonte di reddito per un numero vieppiù crescente di famiglie, giunte oggi a 105 in questa cittadina di appena 3000 abitanti.

 

 

 

Attraversando metaforicamente le fauci di un mostro (metafora dei riti iniziatici di ingresso nell’età adulta presso le antiche civiltà), il percorso lungo le diverse sezioni del Museo è un tuffo in un universo immaginario e incantato definito “I luoghi dell’Altrove”, che affonda le sue radici in Mesopotamia, nei riti divinatori dell’Egitto dei faraoni, nei miti stagionali della Grecia classica, negli spettacoli gladiatori della Roma imperiale.

 

Col libero Comune, intorno all’anno Mille, nelle piazze si svolge la fiera, luogo di incontro di pellegrini e scambi commerciali fra mercanti provenienti da tutta Europa, centro di aggregazione sociale e formazione culturale. Nasce la giostra a cavalli che riproduce la sfida dei cavalieri medievali munite di lance. Le piazze si animano di artisti ambulanti dotati di lanterne magiche, saltimbanchi, acrobati, giocolieri, funamboli, giullari, menestrelli, cantastorie, suonatori, ciarlatani (venditori di bevande medicinali); queste figure, indossando delle maschere, danno vita nel ‘500 alla commedia dell’arte, sostituita nel secolo successivo dal teatro dei burattini e delle marionette. Nel ‘700 la fiera si arricchisce di serragli con animali esotici, fenomeni da baraccone come la donna cannone o barbuta, nani e giganti, giochi di forza e di abilità, tiro a segno e rudimentali giostre; davanti al baracchino l’imbonitore (autentico venditore di illusioni) solletica la curiosità dei passanti che accorrono numerosi: è il germe del futuro circo. Le corti rinascimentali, veri giardini di piacere per gli aristocratici con giochi d’acqua, statue mostruose o grottesche, labirinti, boschi incantati, derivati dai fasti dei sultani ottomani, ispirano la nascita del parco dei divertimenti. In Russia appare un sistema di altalene che precorre la ruota panoramica, e alti scivoli di ghiaccio su cui si lanciano gli sposi per propiziarsi la fertilità. Napoleone li importa in Francia, dove vengono realizzati con una struttura stabile in muratura, denominate montagne russe. Le Esposizioni industriali a cavallo tra ‘800 e ‘900 veicolano le conquiste della scienza e della tecnica che caratterizzano gli anni della Belle Epoque, suscitando stupore non più solo per l’abilità dell’artista girovago ma per la straordinaria capacità di movimento delle giostre alimentate dalle nuove fonti di energia (vapore ed elettricità) che garantiscono velocità ed emozioni forti nei caleidoscopici lunapark, fino alle giostre di vertigine che raggiungono altezze e velocità da capogiro (80 km/h), sfidando le paure ancestrali, in un moderno e travolgente rito iniziatico.

Alla gente del viaggio è dedicato un ricco apparato di immagini d’epoca di emigranti stagionali che da febbraio a novembre raggiungevano con le loro attrazioni varie località, anche fuori dall’Italia, fino alle coste settentrionali dell’Africa, da dove riportavano le novità nel campo del costume e dell’informazione, influenzando il tessuto culturale e sociale in un crogiolo di cultura popolare, aggregazione sociale e traffico economico. L’industria dei sogni è l’ultima sezione dove sono visibili i modelli di giostre delle varie epoche: l’altalena, il calcinculo, la giostra a cavalli, la giostra aerei e tante altre, tutte funzionanti e realizzate con materiale di recupero.

Un sistema di supporto multimediale consente di accedere a filmati sui singoli argomenti.

A pianterreno la preziosa collezione di strumenti musicali meccanici da fiera originali di fine ‘800: lo “spallone” a manovella accanto al quale la scimmietta tendeva il piattino per le monetine; l’orchestrion in legno in cui l’aria prodotta da un mantice muove delle asticelle che azionano vari strumenti musicali producendo un suono di fisarmonica e mandolino, sulle note di una marcetta ballata negli anni ’30; autentica meraviglia suscita l’organo orchestrale Gasparini funzionante con un nastro jacquard di cartone con perforazioni corrispondenti alle note musicali, attraverso le quali passa l’aria che giunge alle canne.

Negli anni ’70, spiega Zaghini, i mezzi di comunicazione cominciano a interessarsi all’attività dei giostrai di Bergantino che ha ormai assunto una rilevanza industriale. Da qui sorge l’istanza di creare un centro di ricerca e documentazione storica su un mondo fino ad allora considerato plebeo, che merita di acquisire dignità culturale. Con la collaborazione dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, del Centro Etnografico di Ferrara e del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma, il Museo della Giostra e dello Spettacolo Popolare viene inaugurato il 24 aprile 1999 nelle sale di palazzo Strozzi.

Dal 1999 l’Alto Polesine ha ottenuto dalla Regione il riconoscimento di Distretto industriale della giostra cui aderiscono oltre 100 aziende distribuite nelle province di Treviso, Padova, Vicenza, Verona e Rovigo, di cui ben 64 nel territorio di quest’ultima, tra Bergantino, Melara e Calto. L’80% delle giostre vendute nei paesi europei proviene dal distretto, con un fatturato di oltre 300.000.000 di euro e 2000 addetti specializzati.

Il Museo della giostra, che documenta questa eccellenza industriale, rappresenta un’importante opportunità di valorizzazione turistica della zona, intercettando il flusso turistico fluviale verso il Delta del Po veneto e le città d’arte limitrofe; aumenta l’attrattiva del territorio, ed è inserito negli itinerari internazionali di visita del percorso Mantova-Venezia che convoglia ogni anno 2000 stranieri.

 

Tania Turnaturi