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direttore Guerrino Mattei

  

 

 

 

 spettacoli 

 

 

 

 

 

 

 

ROMA - TEATRO QUIRINO

 

Federica Vincenti per Goldenart Production presenta

 

 

I duellanti

di Joseph Conrad

 

 

 

 

Alessio Boni  - Marcello Prayer

e con Francesco Meoni

 

 

traduzione e adattamento Francesco Niccolini

drammaturgia Alessio Boni   Roberto Aldorasi

Marcello Prayer   Francesco Niccolini

violoncellista Federica Vecchio

maestro d’armi Renzo Musumeci Greco

musiche Luca D’Alberto

scene Massimo Troncanetti

costumi Francesco Esposito

light designer Giuseppe Filipponio

 

 

regia Alessio Boni e Roberto Aldorasi

 

 

23 febbraio / 6 marzo 2016

 

 

***

 

 

Lo spettacolo ha una durata di 1 ora e 40 minuti

 

 

 

"I duellanti",di scena al teatro Quirino di Roma, è un romanzo esemplare, scritto da uno dei più grandi autori europei di primo Novecento: Józef Teodor Konrad Korzeniowski, meglio noto come Joseph Conrad.

L'idea geniale su cui Conrad costruisce “The Duel” è che i due avversari non si fronteggiano sugli opposti versanti del campo di battaglia: sono ufficiali dello stesso esercito, la Grande Armée di Napoleone Bonaparte. Ussari, per l'esattezza.

Gabriel Florian Feraud, guascone iroso e scontento, e Armand D'Hubert, posato e affascinante uomo del nord, non sono semplicemente due giovani promettenti e sconcertanti ufficiali del più grande esercito dell'Ottocento, ma a modo loro incarnano incubi e ossessioni che – da Melville a Faulkner, da Kafka fino ad Albert Camus – accompagnano la cultura occidentale fino allo sfacelo della seconda guerra mondiale.

Per motivi a tutti ignoti – e in realtà banalissimi, al punto da rasentare il ridicolo – inanellano sfide a duello che li accompagnano lungo le rispettive carriere, senza che nessuno sappia il perché di questo odio così profondo. E, proprio per il mistero che riescono a conservare, i due diventano famosissimi in tutto l'esercito napoleonico: non tanto e non solo per i meriti sui campi di battaglia di tutta Europa, quanto per la loro eroica fedeltà alla loro sfida reciproca, che li accompagnerà per vent'anni, fino al duello decisivo.

Un'opera su un mondo in rapida estinzione e al tempo stesso un capolavoro dell'assurdo, su come i fili della vita e del destino sfuggano di mano e sopravanzino ogni buon senso e prevedibilità.

<<Questo è un lavoro sull'avversario - scrive Francesco Nicolini - e sul diventare adulti. Per me nei Duellanti esiste una questione semplice per quanto contorta: l'avversario più feroce lo hai dentro di te e non riesci a liberartene per il semplice fatto che sei tu che non vuoi liberartene. È il richiamo della foresta, la voglia di libertà, il piacere del rischio e della conquista. E non sta altrove, sta dentro e si nutre di te e tu di lui. Amo quelle storie in cui io posso leggere una trama, e contemporaneamente un'altra completamente diversa, e le due convivono perfettamente. Questo è uno di quei casi: Feraud esiste ed è un avversario reale, in carne e ossa, spietato, feroce, pure stupido per certi versi ma molto determinato. Non mollerà mai. Eppure, al tempo stesso, Feraud è la metà oscura di D'Hubert: è quella parte di te che riemerge ogni volta che abbassi la guardia, ogni qualvolta che – guardandoti intorno – scopri un desiderio vietato che non ti vuoi negare, come ad esempio un duello in piena regola, anche se le regole dei duelli sono state abolite da Napoleone, che i duelli odiava>>.

Il lavoro è bello e ben apparecchiato su un palcoscenico che non è un campo di battaglia o una foresta per affrontarsi all'ultimo sangue.

Crediamo che il lavoro migliore lo abbia fatto la regia nell'inventare spazi idonei e situazioni temporali sorrette soltanto dall'immaginazione e da costumi d'epoca  ben indossati dagli attori.

Bravissimi gli interpreti nell'esprime odio-amore-rispetto-orgoglio. Sia Boni che Prayer riempiono la scena dando vita ad un romanzo difficile già nel concepirlo ed ancor più difficile nel rappresentarlo.

Lo spettacolo è tutto da vedere ed applaudire.

 

Guerrino Mattei