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  arte 

 

 

 

 

 

 

ROVIGO - PALAZZO ROVERELLA

 

 

L’Ossessione Nordica

Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana

 

La rassegna documenta la presenza di insigni maestri alle biennali veneziane tra Otto e Novecento,  tedeschi, scandinavi e svizzeri che  lasciarono una grande impronta sull'arte  italiana

I paesaggi del profondo nord, i ritratti, gli interni narrano mondi e sensibilità diversi, processati entro una pittura spesso evanescente, nebbiosa, dai colori rarefatti, ancora irresistibilmente affascinante

22 febbraio – 22 giugno 2014

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Info: Palazzo Roverella – Rovigo

Tel: 0452.460093

Orari: 9.30 – 18.30, sabato 9.30 13.30

info@ palazzoroverella.com

www.palazzoroverella.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Rovigo, “terra ove gli uccelli volano più bassi dei pesci”, è aperta una singolarissima mostra a Palazzo Roverella, sede della Pinacoteca civica dell’Accademia dei Concordi, che  racconta nell’emblematico titolo “L’ossessione nordica”, luoghi reali e fantastici popolati di sentimenti profondi, di miti, di sogni, di simboli.

Questa splendida  rassegna (22 febbraio - 22 giugno) documenta di quando alle biennali veneziane, a cavallo tra Otto e Novecento, arrivarono le opere dei “Nordici” (tedeschi, scandinavi e svizzeri) e nulla fu più come prima. I paesaggi del profondo nord, i ritratti, gli interni narrano mondi e sensibilità diversi, processati entro una pittura spesso evanescente, nebbiosa, dai colori rarefatti, ancora irresistibilmente affascinante.

E’ con Böcklin e i suoi drammatici paesaggi notturni che la mostra prende l’abbrivio dedicando la prima sezione a quanti seguirono, ciascuno con accenti di originalità, la lezione del grande maestro, da Diefenbach a Bergh, da De Maria a Wolf Ferrari, dedicando attenzione del tutto particolare alla passione mitologico-arcaica, ironicamente simbolista, presente nei soggetti ritratti da de Chirico a von Stuck, a Klinger, in un vortice di fauni e nereidi, lotte di centauri e nudi primigeni.

La sezione “Virtuosismi in nero” riprende la tradizione delle biennali che dedicavano a questo genere, più grafico che pittorico, intere sale. Basti pensare al nostro Adolfo De Carolis, pittore raffinato,  all’epoca conosciuto in tutto il mondo per la  sua xilografia, dichiaratamente figurativa, con certificazioni paesaggistiche del tutto personali.

Alle rassegne  approdano mostri sacri: Khnopff,  Klinger, von Stuck, Bonazza, Alberto Martini. Edvard Munch  esordì in  biennale nel 1910, proprio nel bianco e nero, “affidando ai neri abissi degli inchiostri i recessi più oscuri della psiche", con  inquietanti intuizioni sulle condizioni  umane e la fatica del vivere: “L'urlo”, del 1885 (non presente in rassegna),  è senz'altro la testimonianza più celebre in assoluto che certifica l’opera dei maestri dell'espressionismo nordico.

Trattazione a parte andrebbe riservata all’Accademia dei Concordi, la quale  custodisce nelle sale adibite a museo una pregevole quanto ricca pinacoteca che comunque il visitatore vede transitando per accedere alla mostra. Fra innumerevoli  opere di grandi artisti vi sono anche recuperi pregevoli  provenienti da donazioni, chiesette ed edifici patrizi del territorio, portate nel museo per salvaguardarne l’incolumità e la conservazione.

In quest’ambito, di grande interesse è lo splendido polittico quattrocentesco di  Michele Da Firenze, attivo nella zona  tra il 1404  e il 1443. L’opera in terracotta rappresenta La Vergine con il Bambino e Santi”, proveniente dalla parrocchiale di Raccano di Polesella. Probabilmente è stata eseguita quando  insieme alle maestranze fiorentine era impegnato nei lavori di costruzione e decorazione del Duomo di Ferrara. Il polittico, in origine policromo, si presenta a cinque cuspidi e a cinque scomparti, il più grande dei quali ospita la Madonna che regge il Bambino benedicente.

A Rovigo, in terra polesina magistralmente bonificata,  il visitatore si sente  benvenuto, cullato da un piccolo centro storico  tutto da scoprire a cominciare dai palazzi, dai quartieri medievali e dalle dimore nobiliari che testimoniano le diverse influenze a cui la città  è stata sottoposta. Tipicità e bellezze naturalistiche accentuano la suggestione della sua collocazione tra i fiumi Adige e Po, il cui Delta concorre a diventare patrimonio dell’Unesco.

 

Guerrino Mattei