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					In una notte buia, 
					illuminata solo dalla luce lunare che si riflette sul mare, 
					figure umane impugnano ognuna il proprio cellulare alzandolo 
					al cielo, cercando di ricevere un segnale che per molti vuol 
					dire poter dare notizie alle proprie famiglie, in ansia per 
					un viaggio della speranza che troppo spesso si conclude 
					tragicamente nel Mediterraneo. E’ questo lo scatto con cui 
					John Stanmeyer, fotografo USA, ha vinto il premio per la 
					Foto dell’anno 2013 del World Press Photo, i cui 53 scatti 
					vincitori sono esposti al Museo di Roma in Trastevere fino 
					al 23 maggio. La fotografia, che ritrae i migranti africani 
					in Gibuti prima di imbarcarsi definitivamente per l’Europa, 
					incarna per la giuria lo spirito del premio meglio di tutti 
					gli oltre 98.000 scatti arrivati alla fondazione di 
					Amsterdam, una commistione ben equilibrata di abilità 
					fotografica e capacità di raccontare la realtà, di 
					affrontare questioni spesso troppo complesse anche per le 
					parole. Ad apprezzare la mostra itinerante - che tocca 40 
					paesi per un totale di oltre un milione di visitatori- non 
					saranno solamente gli estimatori della fotografia d’autore, 
					che non rimarranno certamente delusi dalla grande varietà di 
					tecniche e soluzioni stilistiche degli autori: gli 
					appassionati di giornalismo d’inchiesta, politica 
					internazionale e attualità avranno infatti a disposizione 
					una selezione di tematiche che spaziano dalla guerra alla 
					violenza domestica, dallo sport all’inquinamento, divise in 
					nove categorie che formano un percorso esaustivo oltre che 
					piacevole. Al di là della passione per la fotografia il 
					World Press Photo nasceva 57 anni fa con l’obiettivo di 
					dimostrare come questa "nuova" forma d'arte abbia la 
					capacità di abbattere le differenze culturali e di 
					comunicare in maniera diretta, senza filtri ideologici, 
					sgretolando gli stereotipi e prediligendo gli scatti “liberi 
					dal vincolo del riferimento storico”, nelle parole del 
					presidente della giuria Gary Knight. L’idea del premio è 
					quella di promuovere una fotografia che vada oltre 
					l’estetica di un istante immortalato, un prodotto artistico 
					che lasci nello spettatore il seme di una riflessione che 
					matura nel tempo, frutto della mano di un buon fotografo ma 
					anche di un profondo conoscitore della realtà che quegli 
					scatti raccontano. 
					
					Matteo Lozzi 
						  
						
						Museo di Roma in Trastevere 
						
						Piazza S. Egidio 1/b   
							
					          
							
					 
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
					  
							
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