Tre volte a settimana
vado ad allenarmi come capitano di una squadra di basket
versiliese. Abito a Viareggio. Capita di dover correre fra
sacchetti d’inmondizie che si
accatastano lungo i marciapiedi in prossimità dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti.
Quella
sera avevo proprio fretta.
Un signore piuttosto bellino ma anziano,
con i capelli bianchi, sparuti, pettinati
di traverso sulla
testa,
nel buttare la spazzatura alquanto
voluminosa e tintinnate fece male il
gesto: il contenuto di bottiglie
di vetro si sparse per la strada con
grande risonanza
e abbondante frantumazione.
Il
nonnetto con destrezza in parte scansò con le
scarpe i vetri per terra mandandoli sotto il cassonetto e
in parte raccogliendoli, guardandosi intorno
con la voglia di filarsela più che di
fare il proprio dovere.
Avevo
fretta, ma la rabbia di un gesto sicuramente
sprovveduto e malamente rabberciato mi indusse a
fermarmi. Cominciai così:
Ei
nonno, ma non
aveva nulla da fare se non sbagliare buca?
“Io
non ho sbagliato niente.
Non sono riuscito a metterle dentro e sono
stamazzate per terra”
Eppure
l’imboccatura
non è piccina da non indovinare dove
vanno messe.
“Che
dici bella citta!
Quando getto la spazzatura
lo faccio sempre così e questa volta è
andata fuori. A te
non ti succede mai?”
Spesso
sbaglio, ma gioco a pallacanetro, lei invece
deve giocare soltanto ad essere meno maldestro: nessuno gli toglie l’immondizia dalle
mani.
“Io
penso che tu
sei strulla e a quest’ora, che non è poi tanto tardi, già dai i numeri.
Dammene qualcuno sicuro bella figliola che lo
gioco sul serio”
Ma
lei è certo di non dire bagianate e di non fare
una segata nel buttare le bottiglie di vetro
nella spazzatura?
“Mica
son tutto bischero.
Mi è stato detto di buttarle nei contenitori e
io lo fo’: magari come stasera non
sempre ci azzecco”
Perché
parla di contenitori?
“Certo,
questo che la vede che cosa gli è. Il comune ce
li mette apposta proprio per codesta
funzione”
Allora
li butti nella
campana di raccolta per il vetro, così le
bottiglie già usate verranno riciclate
risparmiando
soldi
per l’importazione della materia prima.
“O
bimba io non capisco nulla di quello che dici,
ma se la
tu’ mamma ti ha insegnato questo per te
sicuramente è vero”
Questo
è vero per tutti, lo vuole un esempio?
“Ma
non dovevi andare a giocare?”
Mi
sembra di essere sempre la migliore nel mio
gioco e nelle cose che faccio, ma se non facessi
il mio dovere nel selezionare il vetro dalla
carta e tutte le altre schifezze che noi
gettiamo non farei il mio gioco,
sarei perdente, non andrei mai a canestro.
“Bimbona grande e grossa, alta come un lampione dei viali a
mare non hai
da fare di meglio se non
rompermi le scatole con tutte queste
corbellerie? Ma non ce l’hai un ganzo con
cui ruzzare?. Io mica le butto per la
strada, e come vedi, anche se posso tagliuzzarmi
le mani, i
cocci li raccolgo”
È
un discorso che non ti garba punto, vero?
“Ciancia
meno e dammi una mano a raccoglierli sul serio”
Lo
sa come nasce una bottiglia e quanto abbiamo
bisogno del vetro
bianco e di quello colorato? Lo sa
che se ricicliamo diventiamo più civili e dimostriamo sensibilità
vero l’ambiente
e tutto il resto?
“Tanto
per farla finita, io so solo una cosa:
mi rompo le scatole
a fare tutte le sere all’imbrunire il
mozzo di casa. Non lo facevo nemmeno
sulla barca ove ho
lavorato tutta la vita quando c’era da
spazzare via dal ponte
il cascame del
pesce e ora a casa mi tocca farlo per
tutti: genero, figli e nipoti. Si abita sullo
stesso palazzotto però comandano sempre me:
tanto per loro non ho nulla da fare”
Vuole
che le faccia un po’ di conti di quanto si
risparmia, o
vuole rimanere ignorante?
"Voglio
solo una cosa: leva le gambe subito bonina, bonina, tanto più che non mi
sembri sbrencia e male allevata.Va’ a fa’
l’allenamento invece di trastullarti con un ometto che ti può essere
nonno. Anche se
non so leggere non ti vedo come un nonno:
mi sono spiegato carina?”
Vado
via ora, ma domani sera l’aspetto qui e
vediamo se ha capito dove vanno messe le
bottiglie e tutto il materiale vetroso: santa
madonna c’è scritto tanto bello e tondo.
Oppure, non si offenda, non sa leggere? Lo vede
è scritto lì, davanti al suo naso.
“Ma
ci credi veramente figliola a questa cosa e la
fai convinta sempre, anche quando non incontri
nessuno per fagli queste fiarate?”
Certo,
ci credo anche quando sono sulla nostra
bellissima spiaggia invidiata da tutti: raccolgo
bottiglie e quant’altro
non la rende pulita. Che vuole siamo
diversi: lei passa il tempo a buttare
indifferenziatamente spazzatura e io a
raccogliere e selezionare vetro.
“Sei
sicura o sei strulla quanto basta per
raccontarmi storielle. Comunque ripassa domani sera e
vedrai di cosa sono capace”
Nel
frattempo, aiutato da me,
il signore aveva raccolto tutto il vetro
rotto e sano. Nel buttarlo nel cassonetto
apposito, quasi
vuoto, sembrava che il suono di quanto si
frantumava lo rendesse allegro. Sembrava quasi
che udisse musica ad ogni fragore:
suoni d’arpa
e non di violini.
Ci
salutammo
facendoci promesse. Lui avrebbe
selezionato e io avrei fatto la stessa strada
per portagli un sorriso e una manciata
di calore dei quali aveva
bisogno.
Mi
voltai dopo
alcuni metri e lo vidi che tornava
indietro con una bottiglia da “salvare”
dalla spazzatura comune.
La
gettò nel cassonetto della raccolta e la sua
soddisfazione e il mio saluto coincisero con un
rumore di vetri infranti, a suggello di
tre generazioni ritrovate.
Elian
Capitani
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