La nostra telecamera, con il
microfono sempre aperto, ha attraversato tutti i nove gruppi
protetti dall’Unesco, da quello del Brenta, con il suo
celebre campanile, fino alle Dolomiti friulane, anch’esse
contraddistinte da un campanile, quello di Val Montanaja.
Il quadro che ne emerge è uno
straordinario mosaico di testimonianze, che provano
l’attaccamento alle loro montagne di tutte le persone che
abbiamo incontrato durante il nostro lungo viaggio, espresso
da ciascuno a proprio modo.
Non bisogna dimenticare poi che
le Dolomiti sono state e continuano ad essere una
straordinaria fonte di ispirazione per gli artisti, a
cominciare da Tiziano, che nacque a Pieve di Cadore e
dipinse per primo queste montagne in un quadro diventato
celebre in tutto il mondo.
Ma non solo i pittori, anche
tanti famosi scrittori furono rapiti dalla sublime bellezza
di queste cime: Dino Buzzati amava rifugiarsi nella villa di
famiglia, alle falde delle Dolomiti bellunesi, per creare i
suoi romanzi.
Anche diversi scultori hanno
lasciato il segno della loro arte sul legno dei boschi
dolomitici. Il più famoso è Andrea Brustolon: lo chiamavano
il Michelangelo del legno. Molte sue opere sono sparse nelle
chiese delle valli bellunesi e non solo.
E poi c’è la musica che è nata
da queste cime, a partire dai canti montanari raccolti dai
fratelli Pedrotti, che hanno creato nel 1927 quello che è
considerato il coro più famoso delle Dolomiti, il coro della
Sat.
Dal Trentino all’Alto Adige, a
Dobbiaco, dove abbiamo seguito la serata finale delle
“Settimane musicali Gustav Mahler”, una delle rassegne
musicali più apprezzate dai turisti insieme ai “Suoni delle
Dolomiti”: è dedicata al celebre compositore austriaco, che
amava rinchiudersi in una casetta di legno, alla periferia
della cittadina della val Pusteria, per scrivere le sue
sinfonie, ispirandosi alle cime dei “monti pallidi”.
Ma a fare onore a queste cime
sono anche sportivi come Armin Zoeggler, il grande campione
dello slittino, Kristian Ghedina, il re della discesa
libera, Gabriella Paruzzi, la campionessa dello sci da
fondo, Tone Valeruz, il fuoriclasse dello sci estremo.
E a raccontarci infine la
storia della conquista delle vette dolomitiche, saranno
illustri alpinisti come il “ragno” Cesare Maestri, il
precursore dei free clymbers, Maurizio Zanolla, detto
Manolo, l’”himalayana” Nives Meroi, la guida gardenese Adam
Holzknecht e il “trasgressivo” Mauro Corona.
Tutti questi e tanti altri,
sono i protagonisti delle sei tappe del nostro viaggio: ci
aiuteranno a capire perché le Dolomiti non potevano non
essere considerate un patrimonio di tutti, grazie al loro
eccezionale valore scientifico, alpinistico, culturale,
naturale, economico e sociale.
Ognuno di questi valori sarà la
chiave di lettura, puntata per puntata, delle Dolomiti
targate Unesco.
Questi i titoli delle sei
puntate:
- -
la nascita dell’arcipelago
Dal- dalla scoperta alla
conquiste delle cime
- -
il fascino del sublime
- -
l’ambiente naturale e la sua tutela
- -
i popoli delle Dolomiti
- -
dal passato al futuro
La prima è dedicata alla storia
geologica di queste montagne
la seconda alla storia delle
prime esplorazioni e la conquista delle cime più importanti
la terza a come e quanto le
Dolomiti sono state fonte di ispirazione artistica in tutti
i campi
la quarta alle caratteristiche
naturali, la tutela e la gestione dell’ambiente dolomitico
la quinta ai popoli dolomitici,
alla loro storia, ai loro costumi e l’economia di montagna
la sesta alla storia del
turismo e alla sua evoluzione con i limiti posti dall’Unesco
La serie di documentari andrà
in onda su Rai storia, a settembre e a seguire, su Rai
International. Una sintesi verrà presentata su Rai tre in
data da definirsi.
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