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					 Migliaia 
					di aste, variamente dimensionate, sono legate e incastrate 
					tra loro con un metodo tradizionale, capace di creare 
					un’inedita struttura-scultura nella quale i visitatori 
					possono addentrarsi lungo percorsi e sensazioni. 
					L’istallazione è costruita 
					manualmente dagli artisti stessi e dal loro gruppo di 
					esperti arrampicatori con il contributo di una squadra 
					italiana usando solo canne di bambù e corde per legarle  che 
					accompagnano il visitatore durante la salita, sfiorandogli 
					il viso a testimonianza della loro importante presenza. 
					All’interno 
					dell’architettura-scultura l’imprevedibile incrociarsi delle 
					canne diviene al tempo stesso elemento giocoso ed 
					espressione della molteplicità della vita, 
					dell’immaginazione e della creatività umana, rendendo la 
					flessibilità e gli intrecci  elementi fisici di costruzione, 
					ma anche “incontri” mentali di riflessione. 
					Il visitatore può abbandonarsi 
					nello spazio di quest’opera d’arte in continua 
					trasformazione, concepita come se la costruzione non fosse 
					mai finita, e riposarsi durante la salita attraverso scale 
					elicoidali sempre realizzate con canne di bambù in spazi 
					appositi,  creati comunque dall’intrico delle medesime con 
					sedili, tavolini, angoli intimi, amache. 
					La visione inusuale della città 
					circostante appare attraverso l’intersecarsi degli elementi: 
					dal gazometro all’Aventino, ai tetti del Macro, ai recinti 
					della Pelanda. 
					Un grande organismo vivo che si 
					trasforma, si muove, si adatta al tempo, che cresce non in 
					dimensioni ma in sensazioni.  
					In questo modo i fratelli Starn 
					hanno creato una delle poche opere d’arte contemporanea che, 
					pur presentandosi nella sua versione ultimata come una 
					scultura, rimane costantemente organica e viva, capace di 
					accogliere il visitatore e di inglobarlo come parte 
					integrante del processo. 
					Artisti americani gemelli, Mike e 
					Doug Starn, lavorano insieme da oltre vent’anni 
					focalizzandosi principalmente sull’arte concettuale e sulla 
					fotografia. 
					Le loro  opere, concepite come 
					inedite strutture viventi in evoluzione sono state esposte 
					in musei e gallerie di tutto il mondo, fra cui il Moma, il 
					Metropolitan Museum of art , il Guggenheim Museum di New 
					York e altri. 
					La loro installazione Big Bambù è 
					stata presentata nel 2010 al Metropolitan di New York e alla 
					Biennale di  Venezia nel 2011. 
					Stefania Glori 
					
					
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